Chi sono gli eroi del vino? Sono persone che si alzano la mattina con le prime luci dell’alba e vestiti con le solite “patacche” del giorno prima ( non perché siano dotati di poca igiene personale…) vanno in vigna, che non è la solita vigna, e con sudore e passione portano avanti un tipo di viticoltura particolarmente esigente

Sto parlando della viticoltura eroica, che fa riferimento a una coltivazione difficoltosa fatta di pendenze massime, altitudine, spazi ridotti, zone scoscese e mezzi limitati, che si protrae dalle pendici vulcaniche a luoghi sperduti. La creazione di un vino qui costa sacrificio, sudore e tanta forza di volontà che solo chi ama la propria terra e cura con passione i suoi frutti può avere…

Questi luoghi sarebbero lasciati a loro stessi, abbandonati e dimenticati, oscurandone le infinite potenzialità, son aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico, invece l’uomo attraverso interventi di ripristino, recupero, manutenzione dei vigneti e la loro salvaguardia li riporta alla luce.

Il CERVIM, Centro di Ricerca,Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, comitato internazionale ha stabilito i criteri per  i quali si può definire viticoltura eroica:

  • una pendenza del terreno superiore al 30%
  • un’ altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.
  • un sistema viticolo che si sviluppa su gradoni e terrazzamenti
  • il posizionamento su piccole isole

Basta una di queste caratteristiche per aver la denominazione.

 

Lo scopo? 

Lo scopo è quello di valorizzare la tipicità, conferendo al vino quelle sfumature che solo quel tipo di terreno può offrire, caratteristiche non ritrovatili da altre parti, dettagli che emergono grazie all’ausilio dell’uomo che non si fa spaventare da tutto questo.

Dove la ritroviamo?

In Sicilia, sulle sue pendici dell’Etna; le colline del Prosecco, Patrimonio dell’Umanità presso l’UNESCO, il Muller- Thurgau in Trentino, coltivato su terrazzamenti, realizzati con massi e ciottoli di porfido, roccia vulcanica che conferisce aromaticità e intensità olfattiva al prodotto finale; in Valtellina, la più estesa zona vitivinicola alpina italiana, anch’essa Patrimonio dell’Umanità , (per sostenere i filari di vite, si dice ci siano 2.500 km di terrazzamenti e che siano state usate milioni di pietre!); la Valle d’Aosta, dove ci sono le vigne più alte d’Europa ( dove nasca eia vino dei ghiacciai), arrivando fino al mare, dove troviamo le Cinque Terre con i suoi “cian”, i terrazzamenti, ( per raccogliere e trasportare l’uva, diversi viticoltori hanno installato delle rotaie metalliche che collegano la cima alla base dei pendii) e l’Isola di Pantelleria con i suoi vigneti ad alberello (pensate che il tronco della vite viene fatto crescere al di sotto del livello del terreno, attraverso la creazione di buche di qualche centimetro per proteggere la vite stessa da un clima piuttosto arido e sfruttare al massimo le risorse del suolo).

Queste sono realtà che vanno protette e tutelate, sono simboli di un territorio unico e irripetibile, i vini che nascono da questo tipo di viticoltura son frutto di una cura minuziosa, il duro lavoro di chi la porta avanti trova poi riscontro nella qualità racchiusa in queste bottiglie, espressione a 360 gradi del Vero Vino Italiano.

 

Greta Orsolini, Studentessa di Enologia a Pisa, la vostra Wine-Blogger.

Link: https://grewurztraminer.blogspot.com